Non so come mai ho iniziato a chiamarla la mia non-città… forse perché in città, a Roma, ci lavoravo e insieme ai suoi pregi ne vivevo anche le difficoltà. Probabilmente più personali che oggettive. Così, di contro, il mio paese è diventato la mia non-città. Quella dove non senti la puzza di smog se cammini per strada, quella dove basta spostarsi di poco per trovarsi nei campi e tra i boschi, quella dove arte e storia si fondono e confondono. Quella dove c’è ancora  gente che si siede in piazza a guardar chi passa oppure si raduna nei caffè. Quella del “di chi sei figlio tu?”, “..ma sei forestiero?” che un tempo non amavo sentire e ora invece vado quasi a cercare…

E allora quando ho voglia di di godermi un po’ di me, faccio come Lou Reed “…take a walk in the wild side” e vado in giro per la campagna a inebriare occhi e olfatto, scatto qualche foto, respiro forte e sorrido….